Armi? Non è solo “legittima difesa”

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Riflessioni sulla realtà del mondo delle armi in Italia.

Nelle varie specialità del tiro la massima espressione di addestramento e concentrazione è rappresentata dalle discipline “ad aria compressa”; nulla deve disturbare il tiratore. Per scattare questa immagine, presso la Sezione del Tiro a Segno Nazionale di Bagheria (PA), la macchina fotografica è stata posta “al di là del vetro”.

 

21 Febbraio 1979 – Nelle sale italiane va in scena la prima de “Il Giocattolo” a firma del Maestro Giuliano Montaldo.

Il film racconta la storia di Vittorio Barletta, interpretato dal Grande Nino Manfredi, ragioniere di una ricca azienda del nord Italia (di proprietà di un suo amico “di facciata”, Nicola Griffo) che, suo malgrado, volente o nolente, vive il mondo delle armi.

Quasi surreale la realtà italiana nel ’79: il sud Italia, in particolar modo la Sicilia (la mia “terra”!), dilaniato dall’efferatezza di ciò che giornalisticamente saranno denominati gli “anni di piombo”, mentre il nord piangeva la recente scomparsa dell’Onorevole Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse.

 

Geograficamente non è un’eresia – o almeno non lo era negli anni ’70 e ’80 – Roma per i Siciliani era “Nord”; quindi, sempre geograficamente, l’Italia era divisa in due realtà violente e contrapposte… non dimentichiamo che l’agrippina L.110/75 (agre partus) nasce proprio in quegli anni, una legge che proprio noi dovremmo conoscere benissimo!

Tornando al film… il protagonista, vedendosi privare di alcune mansioni aziendali (quali ad esempio il trasporto valori), decide che è arrivato il momento di “farsi la pistola”.

Rivolgendosi all’amico Sauro (Vittorio Mezzoggiorno), poliziotto esperto, ottiene il “Porto d’Armi” ma, subito dopo l’acquisto “della pistola”, alcuni delinquenti lo aggrediscono rubandogli l’arma… e sarà proprio Sauro a regalare al Barletta la sua “prima pistola”, una Smith & Wesson Bodyguard.




Riassumere in poche righe un’Opera (nel senso vero del termine) dalla durata di circa due ore sarebbe un’impresa impossibile… e questa non ha la pretesa di essere la recensione di un film.

Sparatorie, vendette, pallottole a frammentazione, ciò che è lecito e ciò che non lo è affatto, tutto è messo nello stesso calderone.

Ad esempio, nello scorrere della pellicola lo spettatore noterà come il Barletta, da appassionato di orologi, si trasformerà in un appassionato di armi, più che passione una “malattia”; come sempre le migliori scene sono quelle senza battute… mentre “ricarica” il suo ultimo orologio a pendolo si fermerà… questa scena non ha bisogno di commenti.

Vogliamo parlare poi della scena “Vieni fuori mineral water” puntando la pistola verso il frigorifero?

Questo è “Il Giocattolo”, un’Opera che racconta la storia di una piaga sociale e di un uomo… malato!

In un’intervista lo stesso Nino Manfredi disse che con il regista discussero a lungo sul finale del film; nella prima stesura, infatti, il protagonista avrebbe dovuto compiere la sua vendetta per poi finire rovinosamente, ma ciò poteva apparire come “un invito a provvedersi di un’arma, innanzi all’impotenza delle Istituzioni”… venne scelta una fine più consona alla storia narrata.

La moglie del Barletta, impossessatasi di una delle armi, spara al marito… che, gravemente ferito, dirà: “e tu credi che c’è ancora qualcuno che ha voglia di stare a sentire un colpo di pistola“… ossia l’esasperazione, od il contrario, di ciò che effettivamente afferma.




2017 – Dall’uscita de Il Giocattolo sono trascorsi ben 38 anni… forse per tutto questo tempo non si è parlato del “mondo delle armi” e dei suoi “legali detentori”?

Assolutamente no! L’argomento è ciclico… nel 2003 ad esempio, dopo i fatti di Catania (e molte trasmissioni televisive), si parlò della necessità di controlli “sanitari” più severi… giusto e doveroso.

Poi, se la memoria non mi inganna, abbiamo il 2010 ed il 2011; l’altroieri i caricatori vanno denunciati tutti, poi NON sono più parte essenziale di arma, domani se sono per arma lunga ed hanno più di 29 colpi vai in galera senza passare dal via… giusto? Non sta a me dirlo, ci adeguiamo… tutto a 29 colpi.

Poi il passaggio “transitorio”, primo campanellino d’allarme, del 2015… ancora caricatori e Penitenziagite Fratelli… le armi che “assomigliano” alle armi da guerra diventano comuni, il caso “B7”… storia e finale li conosciamo già.

Ma cos’ha invece di tanto speciale quest’anno 2017?

Perché tutti parlano di armi e, sopratutto, di Legittima Difesa? Ma proprio tutti , nessuno escluso; il giornalista, il cuoco, l’opinionista, il cantante, il filosofo contemporaneo, lo scrittore… tutti abbiamo un televisore in casa, non sto dicendo il falso!

Il Cittadino Italiano che legalmente detiene armi… è realmente questo il “pericolo sociale”?

Se non ce ne siamo accorti, così com’è affrontato l’argomento, tutto è contro di noi!

Io che scrivo non sono soltanto un Professionista della materia, una persona che “dell’arma ne ha fatto un mestiere”, così come non sono soltanto un Amministratore del gruppo “Difesa dei Legali Possessori di Armi”… prima di tutto sono un Cittadino Italiano, autorizzato dallo Stato Italiano ad acquistare e detenere diligentemente armi e munizioni… perdonatemi ma di essere associato al ragioniere Barletta a me non va proprio!




Come ha inizio la vicenda?

Per un argomento poter essere “ciclico”, in ambito giornalistico e mediatico, ovviamente deve esserci una certa “risposta” da parte del pubblico… ed anche la nostra storia ha un inizio, proprio nell’anno 2017.

Quest’anno in Italia gli amanti delle armi si sono incontrati a Vicenza”… la notizia qual è?

A Vicenza si è tenuta l’Hit Show… come tutti gli anni… ma dai, proviamo a metterlo nelle prime pagine, vediamo che succede!

Gli “amanti delle armi si incontrano”, fatti di cronaca denotano una reale escalation di reati violenti… armi & cronaca, cronaca & armi… ecco qual è la notizia, “gli Italiani si vogliono difendere”!

Ecco che il fantasma del Ragiorniere Barletta riecheggia… in televisione, sui giornali, sui social… da una parte chi chiede nuove restrizioni (ce ne fossero già poche) in materia di armi, dall’altra invece chi maggiori “diritti” (magari strumentalizzando l’onda mediatica)… insomma, nel fervore della Legittima Difesa stiamo completamente perdendo di vista di come questo abbinamento “armi = difesa” sia il vulnus del nostro mondo!

Sono più che certo che nessuno di noi vive la propria giornata in casa con la “357 nell’ascellare” gridando un “vieni fuori mineral water” davanti al frigorifero!




Chi e quanti sono i Cittadini Italiani “armati”? Perché?

 

La “notizia armi” è ciclica, già detto… farà allora notizia che un Questore affermi di aver negato l’ambita Concessione (il Porto d’Armi, ricordiamolo sempre, è una concessione e non un diritto).

A questo punto, perdonatemi, non capisco.

Per negare la Concessione al rilascio del Porto d’Armi devono o no esistere dei motivi pregiudizievoli a carico del richiedente?

Purtroppo è pacifico, chi legge queste righe “mastica la materia”, è un pubblico di nicchia e quindi sa meglio di me che gli elementi “pregiudizievoli” sono veramente tanti… un abusivismo edilizio può rappresentare motivo ostativo per il rigetto dell’istanza!

In base a cosa un’istanza viene rigettata… a tal punto da far notizia?

E poi, è vero o no che il Porto d’Armi è stato (ed in alcuni casi è) un “titolo” per poter concorrere a concorsi pubblici? Un “titolo” necessario!

Ma la “notizia” è che “le istanze vengono rigettate”… Effettivamente il problema è grave, gravissimo!

Abbiamo qualche milione di Cittadini Italiani legalmente armati… vediamo un po’ cosa fanno con queste armi!

Milioni di individui che possiedono armi di sicuro, per la legge dei grandi numeri, qualche danno lo faranno…




Sport… questa parola l’abbiamo dimenticata!

Due tiratrici nello svolgimento di una un allenamento presso il poligono Cavafuoco di Castelvetrano (TP). Sempre più dominante la presenza femminile nelle varie discipline di tiro.

Che sia caccia, tiro a segno, tiro al piattello o tiro dinamico sportivo, il vero sport non è mai annoverato nelle trasmissioni televisive o sulle prime pagine… a meno che non si voglia “correre il rischio” di raccontare la verità…

All’interno degli impianti di tiro nulla è lasciato al caso. Non vedremo mai scene da “Far West” con tiratori che girano in maniera indiscriminata ed incontrollata brandendo le proprie armi.

Comprensibile, non fa notizia… però quando alle olimpiadi un Cittadino Italiano porta “a casa” qualche medaglia è uno di noi… per quel giorno, e solo per quel giorno, dimentichiamo che ha utilizzato un fucile sovrapposto calibro 12… un “violento” lo sarà l’indomani!

Ancora più assurda l’enfasi con la quale si divulga la notizia che il Campione “sin da ragazzo” si allenava nella disciplina… si, assurdità di casa nostra.

L’avviamento dei giovani alle discipline sportive è uno step fondamentale per formare atleti di grande spessore. Il tiratore Francesco Di Franco, classe 2001, appartenente all’A.S.D. T.A.V. Terrasini II (Palermo), è un giovanissimo che, con fatica e sacrifici, ha già calpestato le pedane regionali e nazionali del Tiro al Piattello.

Pur non conoscendo i regolamenti delle singole discipline, benché meno delle leggi che regolamentano il mondo del tiro e delle armi in genere, è facile incappare nei commenti sterili di chi “narra” di minorenni dentro le linee di tiro… ad esempio dai 14 anni sino alla maggiore età, un tiratore appertenente all’Unione Italiana Tiro a Segno, si chiama Juoniores e compete a tutti gli effetti nella disciplina del tiro a segno nel calibro 22.

Un minorenne con una “pistola” fa notizia, un minorenne educato al maneggio di una “pistola” (strumento sportivo) in una disciplina assai complessa come il tiro a segno no.




Più armi, più gente che “non la sa usare”.

Così come per la “Concessione” della Patente di Guida anche il rilascio di una licenza di Porto d’Armi necessita dell’acquisizione di una buona dimestichezza con lo strumento arma. Dopo il SUPERAMENTO del corso previsto, l’Unione Italiana Tiro a Segno, avvalendosi delle sue Sezioni distribuite sul territorio nazionale, rilascia il Certificato di idoneità al maneggio delle armi.

Altra affermazione assurda.

Per poter presentare un’istanza per la Concessione del rilascio di un qualsiasi Porto d’Armi, tra i vari documenti da produrre, ovviamente, è anche presente l’Idoneità al Maneggio Armi… rilasciato dall’Unione Italiana Tiro a Segno!

Questo documento lo si acquisisce esclusivamente al superamento di un corso e di un esame.

La Sezione dell’U.I.T.S. (appunto Unione Italiana Tiro a Segno) certifica che il richiedente è IDONEO al maneggio dell’arma da fuoco, lunga e corta.

Quindi, se la Pubblica Sicurezza è sempre garantita… la notizia qual è?

Licenza di “sparare” la notte… quale “licenza”???

La realtà “giornalistica” si contrappone a quella sportiva. Nulla di violento nei bersagli dei nostri agonisti; l’immagine ritrae piccoli cerchi concentrici da colpire… a 50, 100 o 200 metri. Si chiama sport!

Chi ha parlato di “particolari licenze”… allora è tutto lì il discorso… si torna alla Difesa Legittima!

Sport, hobby, passione… no, quelli non esistono.

Prova di un esercizio nella specialità Shotgun (Tiro Dinamico Sportivo). A tutti i tiratori, autorizzati dal Range Officer, è consentito “provare” lo Stage… purché vengano rispettate TUTTE le norme di sicurezza. L’immagine evidenzia la Safety Flag (cerchio rosso) che, occupando in pieno la camera di cartuccia, indica anche a distanza che l’arma è scarica. Da notare anche il dito FUORI dal ponticello (freccia). Questa non è una “posa fotografica”… sono le regole!

Chiedo scusa se posso sembrare impreparato ma, nella proposta approvata dalla Camera (NON legge), questa fantomatica “licenza” non l’ho trovata, il criterio di “proporzionalità” nella difesa (pari quindi all’offesa) SI, la “licenza di sparare” non l’ho proprio trovata.

La dicitura “in tempo di notteviene forse giornalisticamente traslata in “licenza”?

Beh, potrebbe allora anche essere interpretata come un vincolo alla Difesa Legittima nel solo “tempo di notte”… alla fine è ancora una proposta, e questa è solo un’interpretazione… magari più realistica.




Per fortuna qualcuno che “il rischio” di raccontare fatti e verità lo corre…

Per il momento teniamoci cari i nostri Sport e le nostre Passioni.

Noi non siamo il Ragioniere Barletta.

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