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Con il sorriso sulle labbra parliamo un po’ di Velodog

Un divertente “pezzo a 4 mani” buttato giù con l’aiuto dell’Amico, nonché Maestro, Gianfranco Guccia. Tengo sempre a ricordare che questo articolo è stato pubblicato nel dicembre 2010 sulla rivista Action Arms del Grande Paolo Tagini.

Tra le nascite di particolari munizioni, troviamo una delle origini più curiose nella realizzazione e nella conseguente pubblicizzazione del calibro 5,5 mm Velodog.
Per il nome chiaramente anglosassone, e per la diffusione d’innumerevoli cloni del revolver che camerava questa cartuccia, la progettazione del calibro venne erroneamente attribuita ad una casa inglese ma, come presto vedremo, il 5,5 Velodog “parla” francese!
Foto 1. Ricostruzione del revolver Galand Velo Dog mod. 1894. Il modello originale, così come riprodotto nell’immagine, presentava un robusto ponticello e una copertura completa del cane, al fine di agevolarne l’estrazione anche dalla tasca.




Parigi, anno 1894; il costruttore Charles François Galand commercializza un’arma, dai modesti effetti terminali, in grado di allontanare i cani randagi che aggrediscono i molti ciclisti dell’epoca, dato che le già brevettate pistole scacciacani (a salve) risultano poco efficaci: il termine Velodog deriva infatti dal nome francese vélocipède (le prime biciclette) e da quello inglese dog (cane).
Foto 2. Early Human-Powered Vélocipèdes (1800 circa). La Charles François Galand di Parigi basò la pubblicità dell’arma e della munizione proprio sull’ampia diffusione di queste nuove “macchine”, i velocipedi.

Il revolver originale aveva delle dimensioni molto contenute e, per facilitarne anche il porto da tasca, presentava un generoso ponticello ed il cane interamente coperto, ragion per cui il funzionamento dell’arma era solamente in doppia azione.
Il tamburo a cinque camere era fissato al complesso basculante (verso il basso) con la canna; solamente dopo circa 10 anni la Galand produsse revolver a telaio chiuso con il tamburo basculante sul lato destro.
Per il successo riscosso dalla Galand, molte case si ispirarono al progetto per la realizzazione di armi camerate con munizioni ben più “allegre”, come il .22 Regular, il .22 LR o il 6,35 mm (come da copertina).
Foto 3. Dai primi anni del Novecento, sino al periodo antecedente la prima guerra mondiale, diverse case costruttrici realizzarono numerose Derringer camerate in 5,5 Velodog.

Tornando alla munizione, invece, la sua progettazione originaria calibro 5,70 mm (tollerato sino al 5,75, ma per facilità denominato 5,5) prevedeva una lunghezza totale di 35 mm, con bossolo a percussione centrale e una palla Round Nose da 45 grani, sprigionante un’energia cinetica pari al .22 Short; ben presto, però, si diffusero ampiamente munizioni caricate a sale grosso, grani di pepe o miste, indubbiamente non letali ma dall’effetto dissuasivo.
Foto 4. 5. Vista laterale e fondello di una munizione commerciale Velo Dog Fiocchi in perfetto stato di conservazione, nonostante la “veneranda” età.




Fino al periodo che precedette l’imminente prima guerra mondiale, la pubblicizzazione di questa munizione, e del revolver, venne affiancata a quella dei velocipedi; non era raro vedere, tra i mercati che popolavano tutta la Francia, bancarelle che vendevano entrambi gli articoli.

Nel mondo del collezionismo contemporaneo, gran parte di queste armi (aventi caratteristiche simili a quelle ora discusse) viene comunemente denominata Velodog, anche se gli esemplari originali prodotti dalla Galand presentano sempre gli stessi segni distintivi:
• il grilletto fisso (mentre alcuni cloni ne presentano uno pieghevole in totale assenza di ponticello);
• il cane completamente coperto;
• il marchio Galand Arms Factory Paris.

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